Il cane – Marco Iuffrida

Classificazione: 4 su 5.

Chicca irrinunciabile per i braccofili, non fosse altro che per la copertina, Il cane di Iuffrida va alle radici dell’umanità analizzando origine ed evoluzione del sodalizio con l’animale che da millenni ci accompagna in tantissimi frangenti della vita, non solo terrena.
Dai cani custodi di anime dell’Antico Egitto ai mastini da combattimento dei Romani, dal petrunculus dei Barbari al Vecchio Testamento, nel quale il cane simboleggiava indecenza ed immoralità, questo testo – che a tutti gli effetti si può considerare un manuale di storia – ci spiega come l’uomo abbia plasmato attraverso il cane la sua visione del mondo, della natura e inevitabilmente, di sè stesso.
Si tratta di un contributo davvero interessante, compatto ma densissimo di informazioni, in cui religione, politica e cultura s’incontrano in un discorso molto complesso, al quale consiglio di approcciarsi attraverso una lettura attenta e se si vuole, persino lapis alla mano.

Dal cane si è sempre preteso molto, e sin dall’inizio della dipendenza nei confronti dell’uomo: adorato poi rifiutato dall’arte, arma vivente a servizio delle battute di caccia, vigile custode contro i lupi e gli animali selvatici, guardiano delle case, risorsa contro la solitudine ed espressione di un amore sovrastorico.

L’enciclopedia dei Bracchi – Claudio De Giuliani

Classificazione: 5 su 5.

E’ ciò che dice di essere: un’enciclopedia illustrata e molto ben dettagliata sull’universo dei bracchi, nel senso più particolareggiato ma anche generico del termine.
Ripercorrendone la storia, lo Standard e le attitudini incontreremo il cane da ferma dalle origini e lo seguiremo fino al giorno d’oggi, attraverso le varie declinazioni che l’uomo ha selezionato nel tempo e in tutto il mondo: dal Kurzhaar allo Spinone dai Korthals ai Musterlanders passando, se ci fosse bisogno di dirlo, per il nostro amatissimo Bracco Italiano.
D’altronde De Giuliani, esperto allevatore e giudice all rounder, è senza dubbio una tra le personalità più competenti ed autorevoli della cinofilia moderna, e in queste pagine fa sfoggio della sua lunga esperienza al fianco dei cani da caccia trasportandoci nel microcosmo di ogni singola razza. per coinvolgerci e contagiarci della sua stessa grande passione.

Addomesticati – Richard C. Francis

Classificazione: 4.5 su 5.

Cos’hanno in comune volpi, cani, dromedari, furetti, cavalli e Frisone?
Hanno tutti subìto la domesticazione da parte dell’uomo che, garantendone la prosperità, li ha però cambiati nella forma e nella sostanza.
Un saggio importantissimo sulla selezione, sull’evoluzione ma soprattutto sulla natura conservativa del cambiamento adattativo (un pechinese è un lupo smussato, non un organismo progettato da zero), osservate e qui illustrate in maniera semplice ma rigorosamente scientifica, nei diversi capitoli dedicati a ciascuna specie, inclusa la nostra.
Altissimo purissimo levissimo: da leggere assolutamente!

La selezione operata dall’uomo ha inciso notevolmente anche sul comportamento. L’aspetto forse più curioso è che i cani domestici hanno evoluto la capacità di “leggere” le intenzioni umane. Per esempio sanno interpretare i gesti dell’uomo, come un dito puntato. I lupi selvatici non lo sanno fare. […] Sul piano della cognizione sociale, gli animali più simili all’uomo sono i cani, non le grandi scimmie.

Lovable dogs – Coloring book – Morgana Skye

Classificazione: 3 su 5.

Chi l’ha detto che i libri si leggono e basta? Questo per esempio è tutto da colorare secondo l’antichissima arte del mandala che, stimolando concentrazione e creatività, ci concede una pausa dal logorio della vita moderna.
Non essendo un’esperta di pittura non mi spenderò in descrizioni troppo tecniche – costa meno di 6 euro e voi non siete Michelangelo – vi basti sapere che la qualità della carta non è eccelsa, per cui matite pennarelli e pastelli vanno benissimo ma eviterei gli acquarelli, e che alla nostra amica Morgana evidentemente piacciono i bassotti.
Di soggetti braccoidi ovviamente non c’è neanche l’ombra, ma i 30 disegni che propone sono comunque molto belli e sufficientemente complessi da rappresentare una bella sfida per persone di tutte le età. Curiosando in giro credo se ne possano trovare di migliori ma personalmente lo considero il primo di una lunga serie!
Dedicato agli artisti incompresi, agli eterni bambini e a quelli sull’orlo di una crisi di nervi.

Il bracco nobile – Cesare Bonasegale

Classificazione: 4 su 5.

Attore protagonista, occhio critico e voce narrante del mondo braccofilo, Cesare Bonasegale condensa in questo libro le esperienze, le curiosità e le competenze acquisite durante una vita dedicata al Bracco Italiano.
Tra queste righe rivivremo la storia breve di una razza antica, apprenderemo i metodi di addestramento, ma soprattutto avremo l’occasione inedita di studiare la genetica dei comportamenti che compogono l’azione venatoria, al fine di comprenderne finalmente i meccanismi di trasmissione ed afferrare la vera essenza del cane da ferma.
Iconico per gli appassionati e must have per i neofiti.

“…il libro rappresenta una vera e propria svolta nelle conoscenze della cinofilia che merita di essere assimilato da tutti coloro che intendono dedicarsi ai cani da ferma, di qualsiasi razza.”
Cesare Manganelli, Presidente SABI

L’occhio del lupo – Daniel Pennac

Classificazione: 3.5 su 5.

Un lupo grigio ed un bambino si incontrano in uno zoo.
A separarli, oltre la gabbia, ci sono la pazienza ostinata con la quale il bambino osserva ogni movimento dell’animale e il disagio del lupo che, col solo occhio che gli è rimasto, fatica a sostenere lo sguardo fisso di quell’insolito visitatore.
Quando in lui il senso di inferiorità e vulnerabilità crescono al punto da culminare in una lacrima di frustrazione, anche il bambino chiude un occhio, sorprendendo il lupo e convincendolo a raccontargli la sua storia.
In 100 pagine, con un linguaggio familiare e tante metafore, Daniel Pennac racconta ai bambini una favola fatta di separazioni, sacrificio, tradimenti e paura dell’altro ma anche del modo in cui compassione, tolleranza, empatia e solidarietà possano aiutarci a comprendere ed accogliere il diverso, qualsiasi cosa significhi.

Il Bracco Italiano – Giancarlo Nazari

Classificazione: 1 su 5.

First reaction: SHOCK.
Perchè uno dei capitoli clou si intitola “Al lavoro, meglio se non a caccia”, e io non me ne posso dare pace.
Come si può commissionare una monografia sul continentale da ferma per eccellenza ad uno che è contro la caccia e non esita a palesarlo?
Non che del resto del libro si salvi molto altro: le foto sono di bassissima qualità e le spiegazioni circa la razza sempre generiche e scopiazzate da libri e siti dedicati.
Ma l’arringa in cui si sostiene che alla caccia si dovrebbero preferire le prove di lavoro “nate in origine per garantire agli acquirenti il possesso di un cane capace di rivelarsi sul campo un ottimo compagno di battute, ma oggi trasformate in divertenti sortite per il cane e per il proprietario” (con buona pace dei dresseur e dei loro clienti) riportando peraltro un regolamento inesistente, fa davvero cadere le braccia.

Lo stesso rabbrividiscasi per la retorica condita dei soliti pregiudizi ed ignoranza sull’argomento venatorio e per i dati riportati in maniera errata a sostegno della tesi secondo la quale, per via della crescente ostilità nei confronti della disciplina, le razze che restano legate alla caccia si estinguono, mentre quelle che si emancipano no.


Tipo il Setter, le cui iscrizioni al LOI – da quel che risulta all’autore – negli ultimi 10 anni sarebbero passate dalle 1500 a 1200 unità.
Peccato che di Setter (solo Inglesi!) ne nascano ogni anno più 13000 (Fonte: Rivista ufficiale ENCI “I Nostri Cani” – Novembre 2021) e che le sorti, come d’altronde le attitudini, di cani da lavoro diffusissimi come il Labrador o il Golden Retriever non siano assolutamente paragonibili a quelli di qualsiasi altra razza appartenente al gruppo 7.

Per cui insomma.
Un libro sul bracco che da appassionata divulgatrice non avrei voluto leggere, ma soprattutto che nessuno avrebbe dovuto scrivere.


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