Oltre alle cinque valide ragioni che ho elencato al volo in Se ami qualcuno tienilo al guinzaglio, per le quali sarebbe bene avere sempre il cane sotto controllo durante le passeggiate in campagna come in centro città, la bella stagione ne porta con sè almeno altre due, inopportune quanto le graminacee, la prova costume e le repliche di Italia1 ma di gran lunga più pericolose – almeno per il cane.
La prima, in ordine cronologico e in scala di letalità, è quella di cui parlo nell’articolo.
La seconda, qui sul blog e nelle nostre vite, arriva prestissimo.
All’apparenza bruchini gialli ricoperti da lunghi peli bianchi, che si spostano formando una fila dalla quale prendono il nome, le processionarie – anche note, almeno nel Granducato di Toscana, come gatte pelose – sono in realtà delle bestie immonde alle quali si muove guerra da anni, anche in ragione dei gravi danni che provocano agli alberi che le ospitano nella prima fase della loro vita.
Veri e propri parassiti, ritenuti tra gli insetti più distruttivi di Europa meridionale, vicino Oriente e Africa settentrionale, le processionarie sono disponibili in circa 40 specie, ma da noi le più diffuse sono quella del pino e quella della quercia.
A seconda dei gusti in fatto di foglie, questi Lepidotteri depongono centinaia di uova su querce, pini, larici o cedri all’interno di inquietanti nidi bianchi, che poi abbandonano con l’aumento delle temperature (maggio-giugno) per scendere ad interrarsi, nell’ambizione di completare la metamorfosi e divenire, per soli due giorni, degli splendidi farfalloni marroni e beige, per giunta col pelo. #macheschifo
E’ in questa fase di transito, durante la quale possiamo trovarle lungo i marciapiedi o nei prati, che dobbiamo prestare la massima attenzione poichè nell’estrema vulnerabilità, la natura le ha rese prontissime a vendere cara la pelle.
Ogni larva infatti porta sul dorso decine di peli velenosi, fatti apposta per staccarsi facilmente dal corpo dell’insetto ed attaccarsi a pelle e mucose del malcapitato di turno.
Un bambino curioso, un adulto ignorante (nel senso che ignora, cit.) o appunto un cane che, affascinato dalla processione di bestioline colorate, decida di avvicinarsi al punto di toccarle, leccarle o anche solo inspirare la peluria bianca, può restare gravissimamente ferito dalle sostanze altissimamente urticanti in essa contenute, mentre in caso di ingestione, per via della necrosi istantanea generata nei tessuti, senza un celere intervento medico, le conseguenze possono essere letali.
Se nell’uomo le reazioni al contatto con le larve vanno dalla dermatite allo shock anafilattico, passando per congiuntiviti e malesseri assortiti, nel cane i sintomi sono pressochè immediati e da subito molto gravi:
• aumento improvviso della salivazione, provocato dall’infiammazione dell’area colpita, localizzata generalmente al livello del muso (lingua, naso)
• ingrossamento della lingua, che peggiora col passare dei minuti e che può portare l’animale al soffocamento
• necrosi dei tessuti dell’area colpita fino a perdita di alcune porzioni
• febbre
• abbattimento
• inappetenza
• vomito o diarrea (anche emorragica)
Nel caso ci ritrovassimo protagonisti di un così piacevole quarto d’ora, si può fornire al cane un primo soccorso lavando la zona colpita con una soluzione di acqua e bicarbonato per limitare l’azione dell’agente urticante, aiutandoci con una siringa se il cane fosse poco collaborativo e proteggendoci dal contagio indossando dei guanti, dopodichè si deve correre dal veterinario per le cure del caso.
Scritta la parola fine alla nostra disavventura, è inoltre importante risparmiarla di nuovo a noi stessi e agli altri, resistendo alla tentazione di tornare sul posto con un lanciafiamme e segnalando invece la presenza di nidi e larve alle autorità o ai proprietari del terreno infestato che, per Legge, saranno tenuti a bonificare l’area.
Foto e info: www.processionaria.it
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