I cuccioli sono una cosa meravigliosa.
I tuoi cuccioli, quelli che vedi nascere e crescere, figli o nipoti dei tuoi cani, sangue del tuo sangue, lo sono ancora di più.
Ecco perchè metterli nelle mani di qualcun altro è così difficile.
La separazione è un’incognita.
Vederli andare via trotterellando al fianco di persone sconosciute, ti spacca in due: vorresti tanto lasciarti travolgere dalla prospettiva ottimista di una vita agiata, trascorsa tra giornate di caccia e serate sul divano, in realtà più spesso ti fai investire dal timore di aver riposto fiducia nelle persone sbagliate, alle quali stai affidando la vita di una creatura venuta al mondo per idea tua, sotto la tua responsabilità.
Anche se quelle che hai scelto sono persone perbene.
Ti sembra, ti auguri.
In grado di dare a quel cucciolo la vita che ti sei sempre immaginata per Lui, che hai cresciuto come se fosse tuo, come se sarebbe rimasto tuo e che invece a un certo punto devi lasciare andare perchè “non possiamo tenerli tutti”.
Persone capaci di accudirlo con lo stesso amore, dedicargli lo stesso tempo, essere pronti ad una vita diversa, con un nuove gioie e altri pensieri.
Così pare, così speri.
Ho desiderato le stesse cose per ogni singolo cucciolo che ho visto uscire dall’allevamento, ma in special modo per Leone, che è sempre stato uno dei miei preferiti.
Un bianco-arancio, di quelli belli però, macchiato di un colore carico, pulito, vero, come piace a noi.
Il diverso tra i 5 fratelli, l’eccezione allo stampino fenotipico fissato da Rosco e Ulisse, quello che più di tutti – sia morfologicamente che caratterialmente – somigliava alla nonna, Pila di San Leo.
Il bianco-arancio che vorrei in questo mondo di roani.
Mi sarei tenuta volentieri la sua passione per il cibo, oltre che la mirabolante capacità di immagazzinare grasso e dilatarsi, concetto astratto in casa nostra…almeno fra i bracchi!
Così come il suo impeto – praticamente un caterpillar in discesa – sfoggiato però con l’eleganza di un lord inglese.
Il suo sguardo bracco, languido e nobile, la pacatezza nei gesti che solo i giganti buoni come lui possiedono.
Il suo trotto magnifico.
La sola idea di lasciarlo partire mi spaventava, quando con lo scorrere dei giorni ogni vaccino, documento e dettaglio andava a posto, ero terrorizzata.
Mille dubbi, mille punti interrogativi.
Come faccio a tornare in allevamento e non trovare più Leone?
Potrò convivere con l’idea di saperlo lontano?
Ma soprattutto, andrà a stare bene?
Finchè non ho incontrato la sua nuova mamma, Carol.
Mi è bastato abbracciarla una volta per capire che era una donna speciale e che il nostro Leone non sarebbe potuto finire in mani migliori.
Si sono amati dal primo istante di un amore di quelli che non può far scaturire invidia o gelosia in chi li sta a guardare, solo serenità.
Accompagnarli in albergo insieme, la notte prima della partenza verso casa finalmente insieme, non ha fatto male.
Non c’era angoscia, nessun dubbio, solo la certezza di aver scelto la persona giusta per Lui.
Leone adesso vive in Inghilterra, dove calca importanti ring e sogna di fare la rockstar, ma soprattutto è parte integrante di una famiglia splendida, bipede e quadrupede, accudito da persone adorabili.
Saranno pronti a rinunciare a qualcosa per Lui, a sacrificarsi per il suo bene?
Vorranno dargli la vita che merita?
Sarà come un figlio per loro?
Lo ameranno come farei io?
Si.
Sicuramente il suo inglese è già migliore del mio, ma anche se ormai parliamo lingue diverse, so per certo che Leone è d’accordo con me.
1 comment