Sfoglio il libretto delle qualifiche di Olena, avvolto nella custodia rosa shocking creata appositamente per lei da Borgococco, e non mi sembra vero che sulla sua prima pagina siano già riportati due giudizi.
Due Eccellenti, assegnati da giudici esperti.
Due timbri mondiali.

Prima di tutto perchè devo ancora processare che Milano sia acqua passata.
L’ho aspettata per mesi quest’occasione, senza mai ritenermi all’altezza.
Alla fine è arrivata, risucchiandoci per 2 giorni, shackerandoci non mescolandoci, per poi risputarci sconvolti su una pila di bagagli da disfare, cibo spazzatura da smaltire, amici da richiamare e un numero vergognoso di ore di sonno arretrate.
Ci siamo presi un intero week end toscano per levarci di dosso quell’allure zombesco di cui si fa sempre a meno, ma soprattutto far rilassare i bracchi, e adesso che l’adrenalina è tornata nei ranghi e qualche foto siamo riusciti ad elemosinarla, direi che possiamo procedere con il riassuntone della nostra avventura al World Dog Show 2015.

Anche se non ve lo meritereste.
Perchè il tratto distintivo, quello per cui questa expo sarà ricordata almeno da me, sarà senza dubbio l’evidenza del fatto che non ci fosse nessuno.
Perchè non c’eravate?
Possibile che c’aveste tutti di meglio da fare?
Troppo decentrata? Dove dovevano farla la Mondiale, a Castiglion della Pescaia?
Troppo costosa? Questo è vero, ma non potevate fare una garetta del menga in meno e venire li?
Troppo mainstream? Cioè zio se vai alla Mondiale cioè sei un coglione, cioè se vai a Milano niente, bordello…

Poi lo so che la cinofilia spesso viene mossa da fili invisibili ai capi dei quali non si trovano nè i cani nè gli standard di razza, ma anche se fosse, è così che combattete le vostre battaglie? Con l’assenteismo perchè tanto i giudizi sono già tutti stabiliti?
Ma cosa stracazzo ve ne frega se arrivate ultimi? Pensate che la gente o perlomeno quelli che fanno la razza fuori dal ring non abbiano gli occhi o la capacità di discernimento necessaria a capire se un cane sia effettivamente più corretto di un altro?
Magari sbaglio io, magari sarò ingenua…semplicemente nelle cose che mi appassionano, a me piace metterci la faccia.
Ed è stato un vero dispiacere vedere un evento organizzato su suolo italiano essere boicottato in questa maniera da una razza italiana. Però fate voi.

Per come la vedo io Milano non era un evento da vincere, era un evento da esserci.
Col cane guercio, in muta, in calore, zoppo, iscritto in Minor Puppy.
Ma anche senza. Per vedere quello che c’è in giro, fare foto, incontrare amici, eventualmente prendersi a pugni, toccare con mano soggetti osannati e scoprirne di inediti, fare cose vedere gente, guardare in faccia quelli che smerdano sempre il tuo cane su Facebook (senza peraltro trovarceli)…
Esserci. Punto.

Con questo non voglio dire che vi siate persi qualcosa. Purtroppo.
Io ho passato gli ultimi centomila mesi a costruirmela nella testa un’esposizione mondiale. Me l’ero immaginata come un evento senza precedenti, grandioso, pomposo, sopra le righe, dove non si fosse badato a spese.
Insomma, mi aspettavo Jurassic Park invece mi sono ritrovata allo zoo di Pistoia.
Bello eh per carità, però.
In ambito braccofilo il pacco era ampiamente prevedibile (d’altra parte bastava dare un’occhiata alle statistiche delle iscrizioni sul sito della manifestazione), ma ad ammazzarci la gioia di vivere è stato trovarsi il giorno del Raduno, in un capannone immenso utilizzato solo per 3/4, nel quale si aggiravano tre anime in croce – oltre ai diretti interessati a bordo ring impegnati a fare il tifo per il cane del cugino e guardare in cagnesco tutti gli altri – il tutto illuminati da una luce perennemente grigia che uno neanche se la passava facendo du’foto…è stata una roba di una tristezza che persino Leopardi avrebbe salutato Maria e lasciato lo studio.
Del casino supremo che invece ha preso il sopravvento il giorno dopo, non ve ne parlo neanche.

In generale si è limitata ad essere un’esposizione come tutte le altre, col merito di essere più grande ma anche inaspettatamente più carente in quelli che avrebbero dovuto essere i suoi punti di forza: l’atmosfera appunto, un pò quella del parco a tema che ti inquieta ma ti esalta, e i premi.
Perchè a me non me ne può fregà di meno se il Best In Show ha vinto una Lamborghini, io ho pagato un tot per iscrivere 2 cani + trasferta + hotel, siamo tornati a casa con 4 ECCELLENTI in saccoccia, 3 dei quali corrispondenti al 1* posto della classifica e manco una coccardina ricordo con scritto MABBBRAVI.
Per dire che 20 giorni fa sono stata all’esposizione amatoriale di San Polo d’Enza (SAN POLO D’ENZA perdyo!) e a fine giornata non avevo più mani per portare a casa i premi che, pur classificandomi sempre esima, mi ero aggiudicata.
Da Milano si torna a casa con 4 attestati di partecipazione e un diploma virtuale di Vecchia Gloria ENCI che al momento di ritirarlo non ci hanno potuto consegnare, perchè dopo ben 3 (tre) ore dall’inizio della manifestazione i sistemi informatici, comprese tutte le stampanti dell’hinterland milanese, erano in tilt.
Ripassate domani. Macccerto. Tanto abitiamo tutti a Mazzo di Rho.
Mica per altro, è che adesso mi tocca scrivere all’ENCI e ho già i brividi pensando ai tempi biblici che occorreranno a risolvere la cosa.

Ma la soddisfazione di aver regalato una degna conclusione alla lunga carriera di Ulisse, almeno quella, non ce la leva nessuno.

10/06: il Raduno
Avete mai provato a raggiungere un padiglione trascinando dall’antistante parcheggio un carrellino artigianale – sul quale poggia un gabbione di metallo – contenente 3 valigie – nelfrattempo governare 2 bracchi al guinzaglio – mentre una marea di cani ti supera da ogni lato – facendo intanto attenzione a scalare cunette – dribblare spartitraffico – alle 6 del mattino – sotto una pioggerellina stracciacazzo – inalando tassi di umidità del 500% – con già 3 ore di veglia sul groppone – di cui 2 di guida sotto il diluvio universale?
Eh, son cose che indispongono.
Senza aver ancora varcato la soglia dell’ente fiera ero già stanca, sudaticcia e coi capelli tendenti al crespo.
E non c’è niente che mi renda più letale dei capelli tendenti al crespo, sapevatelo.
Per il resto tutto bene. Ci mettiamo in fila al benedetto ingresso espositori che “oh mi raccomando partiamo presto che sennò sai che casino”… alle 6:30 al cancello saremo stati in 10 di cui 4 erano flat coated retriever.
Superiamo a pieni voti il controllo veterinario, obliteriamo i biglietti d’ingresso e sfrecciamo a tutta birra verso il padiglione 9, ma prima perchè non farsi riconoscere facendo cadere i libretti sanitari dei cani nella più profonda nonchè unica pozzanghera della provincia?
Non so cosa non mi sia uscito di bocca ma ho visto qualcuno farsi il segno della croce.
E non erano neanche le 7 del mattino.

Dieci minuti dopo comunque siamo dentro, già piazzati ed operativi, pronti a farci travolgere dall’entusiasmo pre-gara che ci animerà per le prossime 4 ore.

Sapessi gestire lo stress, aspetterei il mio turno inglobando schifezze al bar, girando per gli stand, facendo shopping. Invece mi arpiono al ring, inizio a cogitare – senza peraltro esserci troppo abituata – e più lo guardo più mi sale il nazismo.
Ma i mmmmmille ring della mmmmmondiale non dovevano essere una roba che se non ti ci prepari non s’affronta?
Come sarebbe a dire che devo far sviluppare ad Olena un trotto decente in quel quadratino lì?
Excuse-me, si da il caso che io abbia passato 3 mesi 2 mesi un paio ore sul tapis roulant per essere pronta a reggere lo stress psicofisico che mi avrebbe causato il percorrere per tutta la sua lunghezza un’area paragonabile ad una pista di decollo, sulla quale io avrei dovuto essere in grado di tenere il passo delle frecce tricolori!
Non ho parole per esprimere il diludendo.

Quando i bianco arancio cominciano ad avvicendarsi sul ring poi, il mio habitat naturale diventa il bagno delle signore, luogo ideale in cui poter liberamente iperventilare e strapparsi la pelle salvando comunque quel che resta della propria dignità.
Anche per questo non ho idea di cosa sia successo là fuori prima del turno di Ulisse, che lo vedeva anche unico protagonista nella categoria Veterani.
E’ in quel momento che, sapendomi prossima al ring, vengo colta da Parkinson e con la complicità di un’illuminazione da cappella partorisco foto indecenti.

Il giudice Laschi, il quale aveva già incoronato Ulisse Miglior roano al Raduno di San Gimignano meno di un anno fa, non ci mette molto a decretarlo nuovamente meritevole di un 1*Ecc!

Così finalmente tocca a noi.
Provo a defibrillare il cervello nel tentativo di ripristinare connessioni sinaptiche utili, ripescando una a caso delle tante risposte di Cristina alla mia domanda “e quando son li che faccio?”, ma l’unico frame che riesumo dalla nostre conversazioni di 3 mesi è l’ultimo consiglio: “mettiti il push up”.
Sicchè niente, mi lancio dentro poco convinta, aggrappandomi miseramente al potere anestetizzante delle crocchette al salmone infilate un pò dappertutto.
E devo dire che non ci facciamo (troppo) ridere dietro.

Riceviamo solo dei gran complimenti, io corro senza cadere, Olena mi viene dietro come da manuale e in men che non si dica siamo fuori dal ring illese, felici seppur con i capelli sconvolti e tempestati di scagliette di pesce.
Cosa non si fa per un 2*Ecc in classe Giovani.
Da qui intraprendo la discesa della scala del delirio componendo numeri di telefono a caso per mettere tutti al corrente della mia performance a dir poco memorabile – senza peraltro ricevere da nessuno il commento masticazzi, cosa di cui li ringrazio profondamente – dopodichè non c’è davvero niente che mi separi da una doccia.
Recuperiamo i libretti firmati col sangue e alle 14 siamo già in hotel, alloggiati al penultimo piano – quello subito prima dell’Inferno – determinati a trascorrere le successive 12 ore alternando il coma alla grande abbuffata.
Rigorosamente coi bracchi sul letto.

Per oggi siamo entusiasti e domani ci attende la Mondiale.
Ma in questo momento non potrebbe fregarcene di meno.

11/06: the World Dog Show
La cosa di stare una notte in albergo, avrebbe dovuto permetterci di riposare quelle 2 ore in più per partire alla volta di Rho ad un orario un pò meno disumano. Non avevamo calcolato però l’eventualità di condividere il sonno con i bracchi nel letto spiaggiati in obliquo, in una stanza-forno a legna in cui la temperatura media, nonostante l’aria condizionata a manetta, si aggirava costantemente intorno ai 38 gradi.
Ecco che il pensiero di rivivere la giornata di ieri con più casino e più tensione, ci risulta quasi rinvigorente, se paragonato alla prospettiva di squagliarci sulla moquette.
Quando si dice che tutto è relativo.
Scappiamo dall’albergo per trovarci alle 6 già nel P2, cani e bagagli scaricati e in fila per entrare.

Troviamo che l’affluenza è decisamente aumentata, di pari passo con la mia misantropia. Fortuna che al nostro arrivo il padiglione 15 è ancora deserto, il che ci permette di spalmarci dove e come più ci aggrada.
Il tempo vola, il bordo ring si popola, arrivano i cataloghi e insieme ad essi la grande notizia del giorno: ad aprire le danze sono i roani.
Ed io comincio a nutrire nuova speranza nell’umanità.


Molto bene allora.
Cose che accadono nell’arco della mattinata prima, dopo e durante i giudizi:
– Olena diventa stimolatrice sessuale del nostro bracco vicino di gabbia, verrà quindi usata più volte per risvegliare i sensi assopiti del suddetto prima di farlo entrare nel ring;
– mi dimostro capace di perdere il guinzaglio creato appositamente per il debutto di Olena da Amici di Zampa e mi dispero gridando al furto: lo ritroverò solo una volta a casa, imboscato nella busta delle solite crocchette al salmone. Lavato con l’acido e lasciato sul balcone per una settimana, attira ancora i gabbiani, ma io lo trovo belliFFFimo;

– mi dimentico di indossare la costosissima giacchetta da domatore di leoni comprata proprio per la Mondiale, questo per darvi un’idea di quanto possa io sia un’impunita. Da stasera la trovate su Ebay.
– ripongo eccessiva fiducia nella resistenza di una seggiolina di legno vecchia 40 anni e mi ci tiro sopra come se pesassi un etto e mezzo, inevitabilmente cappottandomi sulla schiena stile testuggine perdendomi a contemplare le travi del soffitto nella più completa incapacità di rimettermi in piedi;
– vengo coinvolta in una mezza rissa sul ring, giusto perchè siamo tutti li per divertirci ma qualcuno ci arriva in crisi d’astinenza, uno di quei momenti in cui mi sarebbe piaciuto aver insegnato ad Olena il comando “portami le sue palle”.

Ma chi se ne frega di me, parliamo di bracchi!
Ulisse fa la sua porca figura aggiudicandosi un altro 1*ECC, che sommato a quello di ieri in Raduno, gli frutta il titolo di Vecchia Gloria ENCI!
E non credo esista modo migliore per passare il testimone da padre a figlia
.


Io in compenso sono più impanicata del giorno precedente ma, consolata dalla certezza che tanto mal che vada arrivo seconda, entro nel ring sfoderando il mio sorriso migliore.
Lotto con Olena quel tanto che basta a farle acquisire una posa guardabile, dopodichè iniziamo a girare e decido di giocarmela sciogliendo le briglie al Bolt che è in me…e arrivo a un niente da stabilire il nuovo record del mondo in 2 giri di ring.


Finchè alzo gli occhi e mi trovo il giudice Mentasti con la mano allungata verso di me.
Ma che davvero ho vinto io?
A quel punto boh, mi abbandono ad una serie di ischemie che mi accompagnano fino all’uscita del ring dove, nel giro del quarto d’ora successivo, realizzo di tenere al guinzaglio una cucciolona da 1*ECC nonché JuniorWorldWinner per la sua categoria. Mica cotiche.
Restiamo in attesa dei rispettivi spareggi che comunque non ci portano più lontano di così e ne approfittiamo per goderci le performance degli altri.
Una su tutte quella di Circe di Witigenove, che scende sul ring subito dopo di me, portando a casa un 2* ECC in classe Libera.

E a questo proposito ne approfitto per sfoderare la ruota di pavone, portando alla vostra attenzione un fatto che non credo abbia precedenti in un evento del genere.
Ulisse –  Veterano coi fiocchi + sua figlia Olena – Giovane astro nascente + sua nipote Circe – Campionessa Europea: tre soggetti di grande rilievo, tre meritevoli esponenti di razza che si sono già fatti e si faranno ancora notare per tipicità e talento venatorio.
Tre generazioni chiamate a calcare lo stesso ring.
Tre Eccellenze di questa Mondiale.
…non so se rendo…

Lasciamo il padiglione mentre fervono i preparativi per la Cerimonia di Inaugurazione, così l’inno di Mameli diventa la colonna sonora della migrazione del branco fino al parcheggio.
Per il resto del mondo il World Dog Show inizia adesso, mentre per noi è già tempo di tornare a casa.

Prima di concludere questo infinito diario di viaggio, ho ancora qualcosa da aggiungere oltre ai tantissimi ringraziamenti da fare.
Dedichiamo questo risultato a tutti quelli che almeno uno volta ci hanno chiesto se dessimo da mangiare ai nostri cani, mortificandomi.
A tutti i detrattori di Ulisse di Casamassima e della sua progenie, vi siete persi una gran bella manifestazione!
Al primo giudice in cui io e Olena ci siamo imbattute, quello della regionale di Campegine, chè una Tipicità: Buona ce l’avrà sua sorella.
Grazie un casino per averci dato la spinta che ci serviva ad andare fino in fondo e farvi figurativamente il mazzo a strisce.
Ma prima e soprattutto, grazie a tutte le persone che ci hanno aiutato in questo lungo ed estenuante percorso tra cui, prendendola veramente larga, la Clinica Veterinaria San Prospero di Reggio Emilia per non aver assecondato le mie manie psicotiche (e soprattutto non avermi denunciato per stalking), agli amici vecchi e nuovi per essersi prestati ai miei teatrini settimanali alla “Facciamo finta che te sei il giudice…”, a chi ha gioito con noi e a tutti quelli a cui ho rotto veramente le palle per mesi co’ sta storia della Mondiale!
Allo Zio Frank e a Cristina Zeni:la nostra maestra, figura materna, psicologa e amica. Grazie davvero, per tutto, in qualsiasi momento io ne abbia avuto bisogno.
A me ed Andrea per aver tenuto botta e infine ai nostri bracchi, belli belli in modo assurdo ma prima di ogni altra cosa, grandissimi insostituibili amori.

 

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