di Andrea Vaccari

Nella lista dei desideri di molti cinofili è presente – o dovrebbe esserlo – uno strumento ormai indispensabile durante certi tipi di attività all’aria aperta in compagnia del nostro cane: il collare satellitare.
Noto anche come GPS (Global Positioning System), il meccanismo alla base di questi collari sfrutta “le tre coordinate geocentriche relative alla posizione di ogni punto posto sulla superficie terrestre o al di sopra di essa “ riportando sul palmare in dotazione la strada percorsa da noi e/o dall’ausiliare, per orientarci e capire esattamente dove ci troviamo.

Non essendomene mai avvalso prima d’ora, non nascondo di aver spesso guardato con un certo scetticismo ad aggeggi come questo (o il beeper), tuttavia una brutta esperienza – con Porzia cucciolona che si tuffa nel fiume in piena per attraversarlo, valicare il versante della montagna e sparire per ore inghiottita dal buio – mi ha spinto nella nuova era della geolocalizzazione.

Dopo attente valutazioni, tra le mille alternative che il mercato propone in tal senso, ho scelto di affidarmi al know-how di un grande marchio ed oggi sono qui per parlarvi di uno dei suoi prodotti più noti: il Garmin Atemos 100.

Ecco le principali caratteristiche:

  • Permette di tenere sotto controllo il cane con un’approssimazione di pochi metri;
  • Monitora fino a 20 cani o compagni di caccia fino ad una distanza massima di 10 km (testato realmente mandando Giulia a fare shopping con il collare nella borsetta);
  • La frequenza di aggiornamento ogni 5 secondi consente la rapida localizzazione degli ausiliari in movimento;
  • Maggiore sicurezza grazie all’attivazione in remoto del LED o chiamata ad altri cacciatori tramite il segnale di emergenza;
  • Intuitivo, adatto all’uso con i guanti e touch screen luminoso da 3 pollici (7,6 cm);
  • Mappa ricreativa dell’Europa da 100k preinstallata + 1 anno di abbonamento gratuito a Immagini satellitari BirdsEye (fighissimo).

Solo su ognuno di questi punti si potrebbe scrivere un libro, se poi aggiungiamo le decine di altre funzioni utilissime – come il risparmio energetico per allungare la durata del segnale, le luci d’emergenza per individuare il collare al buio, la possibilità di creare dei percorsi, segnalare dei punti di interesse/ostacoli e condividere in tempo reale la propria posizione con amici muniti dello stesso dispositivo, le notifiche sullo stato del cane (es. in ferma), la bussola, le statistiche e molto altro – finireste di leggere questa recensione tra un paio di giorni, forse.

Per restare sul concreto, posso dire che in quasi un anno di utilizzo, il Garmin si è comportato alla grande, superando a pieni voti l’impietoso Bracchi-stress test, sopravvivendo ad incuria, bagni di argilla, tempeste di sabbia, caldo/freddo, secco/umido, polvere, cadute, qualche riporto della Porzy intrappolato nella sua stretta mortale e rivelandosi prezioso in pianura Padana come nelle lande della Lapponia, dove altrimenti starei ancora girando in cerca della mia auto.

Del palmare ho particolarmente apprezzato la robustezza e l’affidabilità, allo stesso tempo però non l’ho trovato troppo user-friendly – sorprendendomi della mancanza (nel 2022) di un canale Youtube officiale del marchio che possa fornire qualche semplice tutorial o consiglio d’uso – nè facile da “indossare” per portarselo dietro senza che risulti d’impiccio, soprattutto perchè lo schermo touch è sensibilissimo e suona ad ogni minimo sfregamento, anche in tasca!
Lo stesso vale per il collare, ben fatto e leggero ma molto ingombrante e con un antennone che sul cane fa subito effetto Robocop.

L’ultimo appunto riguarda la modalità di acquisto, dato che non ci si può rivolgere direttamente alla ditta ma bisogna passare da qualche intermediario (armeria o privato), e che sia fisico o virtuale, se ne vedono di tutti i colori. Quindi si salta di venditore in venditore, alla ricerca di quello che propone un prezzo simile a quello suggerito da Garmin, e dopo aver spulciato per bene le recensioni ed effettuato controlli incrociati sui feedback, si procede con l’ordine alla io speriamo che me la cavo.
Per me è assurdo che una ditta come questa non si occupi della vendita “diretta”, specialmente quando si tratta di prodotti che richiedono l’investimento di cifre a tre zeri, permettendo che terzi lucrino su molti dei loro articoli.

Al di là di questi aspetti che presentano un piccolo margine di miglioramento, lo ritengo un acquisto azzecatissimo perchè efficiente, necessario e pronto a fare la differenza in tantissime circostanze.
Chi addita questi strumenti incriminandoli di aiutare i cacciatori a realizzare semplicemente dei carnieri maggiori, non ha capito di cosa stiamo parlando.
La funzione del GPS è infatti quella di prevenire gli incidenti, permettendoci di avere sempre sott’occhio la posizione del cane che, impegnato nell’attività venatoria, spesso e volentieri si sottrae alla nostra vista rischiando anche di mettersi nei guai: dall’incontro-scontro con un grande ungulato come il cinghiale al classico inseguimento di un cervo o capriolo, che possono indurre l’ausiliare ad allontanarsi moltissimo dal cacciatore e, accecato dall’istinto predatorio, attraversare strade, danneggiare il prossimo oppure se stesso con pochissime speranze di poter essere recuperato in tempo utile.

La solita Porzia recentemente ha avuto l’ardire di seguire un’emanazione fin dentro una gola scavata da un torrente, salvo poi rimanere bloccata in una specie di canyon dal quale, per via del grande dislivello e del terreno argilloso impregnato d’acqua, non riusciva a risalire. Vedendola sul palmare fare avanti e indietro sullo stesso tratto di percorso ad un centinaio di metri da me sono andato a controllare e, con non poca fatica, sono riuscito a tirarla fuori da una situazione critica dalla quale difficilmente avrebbe saputo uscire da sola e che, senza l’aiuto del satellitare, sarebbe potuta finire in modo diverso.

D’altra parte i tempi cambiano, così come l’ambiente che ci circonda. E tra frane e smottamenti, progressiva cementificazione, abbandono delle campagne e profilicazione di specie come i lupi, che fino a qualche anno fa vedevamo solo nei programmi di Piero Angela e che oggi sbucano da ogni cespuglio dell’Appennino, qualsiasi diavoleria possa aumentare le probabilità di riportare a casa la pelle è più che benvenuta. Se poi si tratta di un prodotto sicuro, multitasking e indistruttibile come questo, tanto meglio per la tranquillità nostra e dei nostri compagni d’avventura!

Classificazione: 4 su 5.

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