Reggio Emilia – Mottola – Pisa.
Se ve lo steste chiedendo 1.847 (milleottocentoquarantasette) km percorsi nella più completa scioltezza nel giro di 24 ore.
Per lei.

Quel musino è stata la risposta alle mille domande che ci siamo posti nel momento in cui abbiamo deciso di prendere un cucciolo, un degno erede di Rosco e Ulisse.
Se sulla linea di sangue e il colore del manto non ci sono mai stati dubbi (1° Comandamento: non avrai altro manto al di fuori del Roano), il vero busillis riguardava il sesso del rampollo: un altro maschietto non avrebbe creato problemi però sarebbe stato un film già visto mentre una femminuccia c’avrebbe movimentato la vita ma ci avrebbe regalato un’esperienza tutta nuova.
Madre Natura c’ha messo lo zampino e quando dall’unione tra Ulisse e Bianca sono nati 2 cuccioli di cui un maschio bianco arancio e una femmina roana i giochi erano fatti…dovevamo solo trovarle un bel nome con la “O”.

Da quel giorno sono passati 3 mesi che alla sottoscritta sono sembrati anni (al secondo giorno di vita della cucciola avevo già comprato il corredo e la tutina da boy scout) ma finalmente la notte X è arrivata.
Sveglia alle troppo presto e alle 3 del mattino siamo già in viaggio direzione Mottola (TA) che raggiungiamo, volando su un’Adriatica deserta, in sole 8 ore giusto in tempo per pranzare in compagnia di Antonio e Catia, che anche in questa circostanza si sono rivelati amici preziosi (mica solo per il pranzo!).
Poi arriva il momento Carramba che sorpresa e dal box escono due meraviglie a quattro zampe, Orco e Olena.

Per quanto mi fossi preparata all’incontro guardando e riguardando le foto scattatele da Catia sin dal suo primo giorno di vita, la cucciola che zompettava a destra e sinistra davanti ai miei occhi superava ogni aspettativa.
Furba, temeraria, espansiva, gioviale e ovviamente bellissima.

Ci aspettano altre 9 ore di macchina per arrivare a Pisa così ci diamo il tempo per quei 10-15 mila scatti godendoci dei bracchi meravigliosi tutti presi dai giochi e dalle carezze dei loro allevatori dopodichè mi accaparro la piccola, metti che Antonio e Catia cambiano idea…
Asfaltati dalla felicità ci rimettiamo in marcia, il timore iniziale di Olena svanisce presto e si accomoda sulle mie ginocchia affrontando il lunghissimo viaggio in maniera stoica restando in guardia (la macchina è il male!) ma abbandonandosi completamente a noi.

Dopo tante ore di macchina speravamo fosse un filino rincojonita e invece no.
Fa il suo ingresso a casa dei genitori di Giulia a testa alta e coda dritta come se non avesse visto altro posto in vita sua. Si butta tra le braccia di chiunque, salta, bacia, corre e al grido di “il pericolo è il mio mestiere” prende di mira Ray il setter inglese di famiglia con la mania della prima donna.
Nelle successive 24 ore di convivenza non ci sarà niente che Olena possa fare perchè lui la trovi simpatica, se non evaporare.
Alla piccola quindi non resta che sfogare le energie sulla qualunque (tranne che sui giochini comprati apposta per lei con tanto amore, preferendo piuttosto i gustosi tappetini del bagno) e scartavetrare l’anima a chiunque entri nel suo campo visivo.

Ma noi non vediamo l’ora di presentarla ad Ulisse che dalla scomparsa del suo papà e compagno di marachelle Rosco si sente sempre più solo e abbandonato. Anche Ray condivide il nostro pensiero così ci accompagna all’uscio ballando la macarena.
Altre due ore di viaggio in macchina che per lei ormai non sono niente e finalmente Olena incontra il suo papà.

Lei si innamora istantaneamente di lui e il sentimento è reciproco.

Dopo un giorno con Ray non le sembra vero di trovare qualcuno che la guardi senza sbuffare.
L’entusiasmo della piccola trascina Ulisse per il giardino in un continuo di capriole e morsini a cui neanche un bel tenebroso come lui riesce a resistere.
Lei col suo bel caratterino aiuterà il suo papà ad uscire da un momento difficile e lui le insegnerà la caccia e la vita del bracco italiano.
Siamo felici.

Benevenuta Olena!

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