Va bè che in cima alla lista dei nuovi propositi per l’anno nuovo compare un chiarissimo “mai guardarsi indietro”, ma prima di iniziare davvero il 2015 voglio farlo un’ultima volta.
Perchè sostanzialmente – per la nostra famiglia a 2 e a 4 ruote motrici – il 2014 è stato l’anno della sfiga suprema, di quelle che te ne rendi conto quando nella rubrica trovi più numeri di pronto soccorso veterinario che altro.
Sono stati 365 giorni più che mai carichi di soddisfazioni, traguardi, nuove idee e progetti ma anche di dense delusioni e tragggedie tutti-i-gusti + 1 che ti eviteresti volentieri ma che alla fine le devi prendere come vengono, perchè servono per crescere.
E allora l’anno appena trascorso non è stato l’anno della distruzione, dei falsi e bugiardi, della perdita delle radici, delle lacrime, delle paure nuove, dell’ e adesso come faccio?.
E’ stato l’anno della famiglia che fa quadrato, degli amici veri, delle nuove certezze, dei nuovi equilibri e delle certezze ritrovate.
E’ stato l’anno delle esperienze, anche se terribili.
Una su tutte la morte di Rosco.
Non importa quanto tu continui a ripeterti che un cane di 13 anni la sua vita l’ha fatta, che in qualsiasi momento potresti non averlo più con te ma che ormai sei pronto a lasciarlo andare.
Non lo sei.
Nessuno di noi lo era, neanche Ulisse.
Solo Olena è riuscita col suo arrivo a tirarlo fuori dalla cuccia, a rianimare il vicinato orfano della sua sveglia bracca delle 5:00 e a riportare la nostra serenità ad un tiro di schioppo.
Ma per quanto la nuova arrivata assomigli al nonno per tanti (troppi) versi, il vecchio Ro resterà ineguagliabile, almeno nei nostri cuori.
Olena, una diavoletta della Tasmania travestita da bracco italiano.
58 cm (per ora) di intelligenza, vitalità ed eleganza.
La nostra prima cagnolina femmina, che col suo scodinzolio perpetuo ci ha catapultati dentro un viaggio inaspettato e che nel giro di soli 7 mesi ci ha già donato nuove speranze ma anche un sacco di chiacchiere e polemiche.
“Vi è appena morto un cane e già lo avete SOSTITUITO con un altro, complimenti…”
“Ma perchè è così magra?”
“Ma le date da mangiare?”
“Ma è malata?”
“Ma è normale che il vostro bracco italiano sia così piccolo?” (Con che coraggio je vai a dì che è un cucciolo?)
Sull’orlo di una crisi di nervi ho scritto un articolo in cui spiegavo la situazione, ma a tutt’oggi per lagggente niente è cambiato.
Intanto Olena, com’era ampiamente prevedibile, sta ingrassando.
Ed è sempre più bracca.
Ma ci siamo anche dati buona pace del fatto che comunque tu gliela metta, allagggente non le va mai bene niente.
Per ovviare alla storia della magrezza – che non eravamo più liberi di girare per strada o postare una foto su facebook in cui si vedessero le costole della poverina per non dover poi passare il pomeriggio ad eliminare, bloccare, dar fuoco al profilo utente idiota di turno – abbiamo avuto la risolutiva penZata di munirci di cappottino, al grido di “almeno smetto di sognare Edoardo Stoppa che mi fa pat-pat sulla spallina per portarmi aR gabbio”.
L’avessimo mai fatto.
“Ma non lo sapete che i cani non hanno bisogno del cappottino perchè non sentono il freddo?” (I cani in effetti sono fatti di amianto)
“Ma non vi vergognate a fare indossare un cappottino al bracco italiano che è notoriamente un cane da caccia quindi inviolabbbile, indistruttibbbile, potenzialmente immortale?”
“Ma non sapete che così facendo mandate a puttane secoli – ma che dico secoli, decenni – di selezione della razza?”
“Adesso che le avete messo il cappottino ci manca solo che le permettiate di dormire sul divano e poi l’avete fatta compiuta, questi cani non saranno più buoni per la caccia”
Perchè, che succede ad un cane che vive in casa col proprio padrone ma che -volendo- osa accompagnarlo a caccia?
Di suo non lo farebbe ma comincia ad inseguire i caprioli perchè li ha visti facendo zapping? Non fermerà più un fagiano perchè sa che poi la rezdora si lamenta che ne abbiamo il freezer pieno?
A dimostrazione della nostra personalissima convinzione che i cani POSSANO essere compagni di caccia ma prima di tutto DEVONO essere compagni di vita, vi abbiamo portato con noi in uno dei miei rifugi spirituali preferiti, il Monte Ventasso.
Le uscite come queste rafforzano il legame, chiariscono le dinamiche del “branco” e rappresentano la prova del nove su molti livelli.
Olena si sta rivelando una cucciola oltremodo intelligente, animata da vivacità e caparbietà che se dosate male potrebbero diventare un mix esplosivo. Bisogna essere in grado di tenerle testa senza inibirla o smorzare la sua voglia di osservare ed esplorare, compito per niente facile che richiede pazienza, dedizione e qualche atto di fede.
Con l’apertura della stagione di caccia, Andrea vi ha deliziato con le sue (poche ma fruttuose) avventure barcamenandosi come meglio poteva tra un infortunio e l’altro.
Niente di grave, vi basti sapere che tra una cosa e l’altra i commessi del Vetefar di Reggio Emilia potranno mantenere agli studi i propri discendenti per almeno 14 generazioni.
I racconti del 2014 comunque potete rileggerli qui.
Ma la ritrovata pace dei sensi conferitaci dalle uscite in campagna e dallo stato di povertà imminente, non era destinata a durare. Qualche mese fa infatti scopriamo che qualcuno ha messo in giro la simpatica voce che Ulisse non solo sarebbe portatore delle malefiche focature, ma che avesse già messo al mondo un numero imbarazzante di figli focati.
Una boiata di epiche dimensioni.
E in questo articolo vi abbiamo spiegato il perchè.
La fine dell’estate si è accompagnata ad un tripudio di eventi grandiosi e di gioia a badilate.
Dopo il trionfo al Raduno delle Razze Italiane di Volta Mantovana ad Ulisse mancavano solo 2 risultati riportati in Esposizioni Internazionali per completare il Campionato ed essere proclamato Campione Italiano di Bellezza, così nei giorni più caldi del secolo, abbiamo presenziato all’Internazionale di Ancona – dove il giudice Zacco ci ha ricoperti di riconoscimenti – e all’Internazionale di Gradisca d’Isonzo, dove la nostra missione ha trovato una degna conclusione in seguito ad una scrupolosissima analisi del giudice finlandese Fagerstrom.
Il 15 settembre, alla rispettabilissima età di 8 anni, Ulisse è stato finalmente proclamato Campione Italiano di Bellezza!
Ormai caricati a molla e pieni d’entusiasmo, sempre a Settembre siamo partiti alla volta della Toscana per partecipare al 1* Raduno Mondiale del Bracco Italiano, un evento unico nel suo genere che ci ha regalato bellissime emozioni ed incontri con amici vecchi e nuovi.
Ulisse e sua figlia Beppina di Witigenove sono risultati vincitori delle 2 batterie nella Prova di caccia su Selvatico Abbattuto, mentre in Expo Ulisse è stato nominato Miglior Maschio Roano della competizione.
Ma siccome siamo peggio delle zitelle inacidite, qui ci siamo premurati di raccontarvi anche il rovescio della medaglia.
Il week end in patria non poteva che trovare il suo epilogo al mare, con gli amici più veri: la Banda Braccotti. Olena ha incontrato per la prima volta alcuni dei suoi fratellastri della Repubblica Ceca ed è stata spupazzata dalla splendida Valerie.
Nessuno spazio alla stanchezza o all’effetto aragosta post piazzetta di San Gimignano.
Solo noi e i nostri amici bracchi.
Ed è stato bellissimo.
Karel e il suo bastimento di bracchi sono sempre stati per me un grande esempio di amore e disciplina.
La dolcezza che si amalgama perfettamente all’ordine e alla gerarchia del branco.
Anch’io desideravo stabilire un rapporto simile coi miei cani, ma se ad amore sono messa piuttosto bene con l’assertività ho litigato da piccina.
Per metterci una pezza, ho allora cercato aiuto nei libri mettendo in piedi una piccola biblioteca cinofila, di cui recensisco i titoli più validi. O le boiate pazzesche.
Un consiglio spassionato a chi si trova per la prima ad avere a che fare con un cane: leggete tanto, tantissimo, più autori possibili, più filosofie possibili, non limitatevi alle monografie sulla razza che avete scelto, spaziate, aprite la mente.
Tenete ben presente però che nessun altro cane sarai mai uguale al vostro, nessuna esperienza è comparabile con quella che state vivendo.
Quindi informatevi ma non fatevi intrappolare da certe teorie sulla carta stampata, filtrate attentamente qualsiasi consiglio secondo la vostra coscienza e il vostro istinto.
E non stancatevi mai di passare del tempo col vostro cane, di osservarlo, di conoscerlo.
Gli studi infine mi hanno condotta più lontano del previsto, fino ad imbarcarmi nell’impresa del PhotoStandard dove, con l’aiuto di esperti del settore, provo a capire com’è fatto un bracco italiano e a decriptare il linguaggio degli addetti ai lavori.
Dopo aver dato uno sguardo al mio progetto non guarderete più il vostro bracco con gli stessi occhi!
Inaspettatamente, la saga ha avuto un successo così grande che non solo ho dovuto realizzarne una versione in inglese (PhotoStandard #1, #2), ma ho deciso di dedicargli una sezione permanente nel sito così da renderlo consultabile ad libitum da chiunque capiti qui per caso.
Se vi annoverate tra i suoi followers, sappiate che la prossima ed ultima puntata è in fase di elaborazione e sarà pubblicata a brevissimo.
Grazie per averci seguito fin qui, stay tuned e…
…Buon 2015!