Mi culla la certezza che voi lettori appassionati di questo blog, non solo abbiate notato il salto dell’articolo della scorsa settimana, ma ne abbiate sentito la mancanza al punto da domandarvi con la morte nel cuore dove diamine fossimo finiti.
Bene, adesso che siamo tornati sani e salvi dribblando le gufate che ogni tanto raccogliamo a mazzi, possiamo confessarvi della nostra fuitina in quel gaudente Stato che è la Repubblica Ceca.
Ci siamo lanciati in questa attesissima avventura – alla quale ci riferiremo d’ora in poi con l’hashtag reggiano #chetribuledi – con anima, corpo e bracconi al seguito ospitati per una settimana dagli amici Karel e Lenka dell’allevamento di Witigenove.
E a parte il delirio della convivenza in appartamento di 7 cani, 4 persone + bambina armata di coniglio kamikazee che amava materializzarsi ogni tanto davanti ai due bracchi reggiani non civilizzati, devo dire che ce la siamo divertita alla grande.

Abbiamo molto da dire sull’interessante tour della Boemia meridionale che ci siamo sparati e col quale avrò modo di scartavetrarvi l’anima a dovere su ogni piattaforma virtuale per i prossimi 6 anni, ma se non vi dispiace partirei a raccontarvi il nostro viaggio dalla fine.
Perchè già che c’eravamo abbiamo anche avuto la bella penZata di partecipare ad un’Esposizione Internazionale, quella che si è tenuta il 25.04 a Ceske Budejovice, solo per il puro piacere di soffrire vedendo come certe cose le organizzano all’estero, (in questo caso) meglio di noi.

A colpirmi immediatamente è stata l’organizzazione precisa e efficiente che agevolava file brevi e scorrevoli fornendo all’ingresso kit di sopravvivenza completi di diplomi, documenti e tutte le indicazioni del caso. E poi la genialata dei banchi dislocati in diversi punti del parco per il ritiro delle coppe e – Dio li benedica – per la fantastica idea di mettere alla scrivania 5 persone che ti firmano il libretto di lavoro fuori dal ring e dopodichè te ne poi annà senza dover aspettare che il giudice abbia esaminato tutte e 27 le razze assegnategli.

Poi la location: l’ente fiera ad un tiro di schioppo da casa di Karel e vicinissimo al centro città, fornito di parcheggi ampissimi e puliti che si riempivano con ordine, coi suoi padiglioni ultra moderni e tecnologici con tanto di accesso wifi più veloce di quello di casa mia.

Stavamo ancora ballando la hula quando abbiamo scoperto che il nostro ring era invece nel parcheggio, sotto il sole.
Per fortuna l’attesa è stata miracolosamente brevissima e dopo neanche 1 ora dall’inizio della manifestazione, era già tempo per i nostri eroi di entrare nel ring a sboroneggiare.

E Ulisse ha vinto tutto.

Così per la prima volta nella nostra breve ma intensa esperienza espositiva, alle 10 del mattino eravamo fuori dalle beghe e pronti a continuare la gita turistica, se non fosse che il giudice Vlasak complimentandosi con Andrea e accompagnandolo fuori dal ring, ci comunica che grazie alle qualifiche riportate, Ulisse ha diritto di accedere al ring d’onore che si terrà alle 15.
Eccheccazzo.

Ci apprestiamo quindi a trascorrere 5 spassose ore di nulla rivolgendo il pensiero ad antiche divinità cecoslovacche, quando ci accorgiamo di questi due tipi che ci guardano da distanza tempestandoci di foto.
Finchè viene fuori che siamo parenti.
Il loro bracco bianco arancio, Argento di Witigenove è infatti figghio a noi, nato 7 anni fa dall’ammmòre tra Agnes od Nebeske brany e Ulisse.
Ed è subito Carrambata con baci, abbracci e foto di rito.

Resta il fatto che, se non ci aveste mai fatto caso, 5 ore equivalgono a 300 minuti e checchè ne dicano i cechi, non puoi passarli tutti a bere birra come se non ci fosse un domani.
Siccome poi a smollare il posto all’ombra, faticosamente conquistato con una strenue lotta di sguardi tra noi e chiunque si avvicinasse con un trasportino, non ci pensavamo neanche per scherzo, abbiamo deliberato di esplorare la zona a turni, ingurgitando la qualunque a qualsiasi ora per mimetizzarci al meglio con gli indigeni.
La prima tappa è stata quindi la bancarella del cibo, tracciabilissima da kilometri persino da Voldemort.

A tal proposito è bene sappiate che se come me non mangiate carne e non bevete birra, correte il rischio di essere fatti prigionieri ed offerti in sacrificio dai fondamentalisti della cucina tradizionale ceca. Nel caso sopravviviate, la vita non sarà comunque facile ma potete sempre ripiegare sul fritto, a quel punto ad uccidervi sarà il colesterolo.

Tra un attentato all’aorta e l’altro, ho visitato i padiglioni in cui nonostante ci fossero centinaia di persone, cani e gabbie, a farla da padrone erano sempre il silenzio e l’ordine.
Nessuno che alzava la voce, nessuna scena di isterismo, nessun cane posseduto dal demonio, nessuna gabbia lasciata in un angolo abbondanata a sè stessa.
Mi sono soffermata ad osservare i vari ring ed è interessante vedere come il livello handler conciata da passeggiatrice colombiana qui sia over 9000 cambino le razze di tendenza da paese a paese.
Mentre da noi spopolano i bouledogue francesi per esempio, per le strade della Repubblica Ceca non ne abbiamo visto nemmeno uno, in compenso sono letteralmente invasi dai Rhodesian Ridgeback.

Lo stesso dicasi per i Weimaraner a pelo lungo, gli Irish Wolfhound presenti in numero superiore a 2, tantissimi Lagotti romagnoli, Flat Coated Retriever, ovunque bassotti di tutte le forme e colori, poi centinaia di Vizla, Lupi Cecoslovacchi e Cesky Fousek (la razza da caccia nazionale).

Avrei voluto offrirvi un reportage più ricco e completo, il fatto è che a na certa ho scoperto il wi fi libero e il mio cervello è stato irreversibilmente risucchiato.

Le porte del padiglione Z, quello del ring d’onore, si sono aperte non prima delle 14:45 e con poca fatica siamo riusciti a farci spazio dietro alla fila di giudici – già sul posto a strafogarsi di patatine e coca cola da chissà quanto – perculando quelli che si erano fermati in terza fila dall’altra parte del ring.
Poi hanno acceso l’altoparlante accanto al quale ci eravamo piazzati e il karma ha infierito, palesandosi nelle sembianze di Xdono e Laura non c’è in loop.

Dopo esserci sciroppati TUTTE le categorie premiabili ad una manifestazione cinofila, dal Junior Handling al Best Speronato, è toccato al Gruppo 7.

E non credo che qualcuno abbia durato in un ring d’onore meno di noi. Davanti a tanti cani oggettivamente validi e ben presentati, non appena il giudice ha saputo dei 9 anni di Ulisse ci ha defenestrati con tanto di Coppa, quella del comunque B.O.B.
Largo ai giovani e va strabene così.

Torniamo a casa stanchi ma decisamente arricchiti dalla magnifica esperienza, in una bella giornata di questa grande avventura in terra ceca.

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5 risposte a “Bohemian like us: l’esposizione”

  1. Complimenti per l ‘ articolo e per i risultati ottenuti, pierangela

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  2. Complimenti! Bravo Ulisse, ti sei fatto valere ancora una volta! 🙂

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  4. […] Pingback: Bohemian like us: l’esposizione | Bracchi Reggiani […]

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  5. […] mattino dopo alzatevi presto, affrontate a testa alta l’Internazionale di Ceske Budejovice poi tornate a casa fate i bagagli, salutate gli amici, datevi appena il tempo di una foto di rito […]

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Commenti

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About Me – chi scrive

Giulia Del Buono, millennial, classe ’86.
Toscana per natura, emiliana per amore, cinofila per sempre, nel 2014 ho canalizzato le mie più grandi passioni – foto, cani e scrittura – e ne ho fatto BracchiReggiani. Mi manifesto anche su altri blog e riviste di settore. Dal 2022 sono Consigliere SABI & Segretario SABI International.

bracchireggiani@hotmail.com

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